venerdì 21 dicembre 2012

L’abbiamo imbroccata



Acqua di rubinetto nei locali, meno bottiglie in circolazione

I territori di Milano e provincia godono di un’interessante iniziativa che aiuta i cittadini a ridurre l’uso delle bottiglie d’acqua. “L’Abbiamo Imbroccata!”, questo il titolo del progetto lanciato dalla Fondazione rete civica di Milano, Legambiente Lombardia, Università Bicocca, con la partecipazione di altre associazioni e fondazioni locali. Attualmente l’iniziativa coinvolge 126 locali fra agriturismi, ristoranti, trattorie, bar e uffici dove viene servita acqua di rubinetto invece di quella in bottiglia. Il risparmio è assicurato: in un anno 1.500.000 bottiglie di plastica in meno e più di 100 tonnellate di anidride carbonica non emessa in atmosfera (meno produzione di plastica e meno trasporto). «È fondamentale informare i gestori dei locali che l’acqua che sgorga dai rubinetti dei loro esercizi è buona e controllata dichiara Massimo Labra, Università Bicocca di Milano –; se hanno dei dubbi noi la analizzeremo e spiegheremo loro il significato di ciascun parametro».
Secondo i dati Istat, la fiducia delle famiglie italiane nei confronti dell’acqua del rubinetto è aumentata negli ultimi anni: se nel 2002 il 40 per cento ammetteva la propria sfiducia, nel 2011 il rapporto è diminuito a solo 3 famiglie ogni 10. Un aumento dell’apprezzamento dovuto anche al costo dell’acqua in bottiglia: la spesa mensile per l’acquisto di acqua minerale infatti è di oltre 19 euro, pari quasi a quanto si paga per il servizio di acqua potabile, circa 20 euro. Chi si affida all’acqua in bottiglia paga due volte l’acqua che beve.
«Il grande valore del progetto sta nel dimostrare tutta la potenzialità della partecipazione attiva dei cittadini dichiara Mario Sartori, direttore Fondazione rete civica di Milano –, ma anche degli operatori economici al cambiamento verso stili di vita sostenibili».
Gli ideatori del progetto hanno un obiettivo per il futuro: far aderire tutti i 1700 ristoranti presenti tra Milano e provincia. In questo modo si potrebbe arrivare a evitare il consumo di oltre 20 milioni di bottiglie di plastica all’anno, con un risparmio di oltre un milione e 400 mila chilogrammi di CO2. Senza considerare i costi ambientali del trasporto delle bottiglie di minerale, che secondo una stima ogni giorno percorrono in media 350 chilometri sulle strade italiane.

Lorenzo Russo

lunedì 17 dicembre 2012

Meglio il metano

Fine anno, per chi può permetterselo, è anche tempo di acquisto di una nuova automobile. Fioccano gli sconti, promozioni a tasso zero, o presunto tale, super offerte. La cosa migliore sarebbe scegliere un veicolo a gas per il risparmio sui costi e il minor impatto ambientale. Nei primi dieci mesi del 2012 le vendite di auto a Gpl sono aumentate del 132 per cento. E il risparmio è ancora maggiore con il metano. Secondo la rivista Al volante una Panda con 50 euro di benzina percorre 425 chilometri, con lo stesso importo a gasolio i chilometri sono 541 e con il gpl sono 686 chilometri. Esistono, persistenti, alcuni pregiudizi verso l'alimentazione a gas. Il metano è ancora meglio del gpl perché costa meno, le emissioni sono inferiori ed è meno infiammabile. Mentre nei traghetti le macchine alimentate a gpl devono essere parcheggiate in appositi luoghi, le macchine a metano non hanno più limitazioni di parcheggio. Alla paura di viaggiare con una bomba a gas sotto il sedile, gli esperti spiegano che è meno pericoloso della benzina perché in caso di perdite non si accumula a terra ma tende a disperdersi in alto, nell'aria, evitando pericoli di esplosioni e di infiammabilità. Le emissioni di anidride carbonica sono inferiore del 23 per cento rispetto alla benzina e si risparmia fino al 65 per cento rispetto alla benzina e fino al 45 per cento rispetto al gasolio. Sono dei risparmi considerevoli anche se, in genere, i costi di manutenzione sono più cari. Per esempio, un tagliando di una doppia alimentazione, dovendo controllare sia il sistema di alimentazione a benzina che quello a gas,  può costare quasi il doppio. I punti dolens sono i soliti. Mentre per il gpl esiste una rete di 3 mila distributori, non sufficiente ma diffusa, per il metano sono ancora più rari e distribuiti più al Nord che nel resto del Paese. La velocità, sopratutto in salita e a pieno carico, ne può risentire e il motore perde di potenza. Ogni quattro anni i serbatoi a metano devono esere completamente revisionati con indubbi costi e disagi. Bisogna porre attenzione alla trasformazione di un'auto da a benzina a gas. Può costare anche fino a massimo due mila euro e bisogna valutare se conviene comprare una macchina a benzina e poi trasformarla o se conviene prenderne una con una doppia alimentazione già fornita dalla casa produttrice. Non conta solo il prezzo, i bonus, gli incentivi, ma la qualità dell'installazione.

mercoledì 12 dicembre 2012

Risparmio, rinvio, rinuncio



Il rapporto Censis fotografa l’Italia. E il ritratto non è dei migliori. Fuori fuoco appaiono gli orizzonti e non si intravede una rosea aurora. La prospettiva di una vita più sobria non è solo uno stile di vita voluto ma spesso una necessità forzata. In due anni, due milioni e mezzo di famiglie hanno venduto oro e gioielli, l’86 per cento ha eliminato gli sprechi e gli eccessi e il 73 per cento compra con le offerte. Il 62 per cento ha ridotto gli spostamenti in auto, si prendono più mezzi pubblici e sono state acquistate tre milioni e mezzo di biciclette: un vero boom. Crescono anche gli orti e gli ortaggi coltivati in proprio: due milioni e 700 mila italiani lo fanno e ogni giorno si nutrono con i loro prodotti.  11 milioni si preparano in casa yogurt, pane e conserve.
Risparmio, rinuncio, rinvio sono le tre erre, secondo il Rapporto Censis 2012, che contraddistingue lo stato d’animo degli italiani. Si mettono dei soldi da parte, per chi ci riesce, per timore del futuro, della perdita del proprio lavoro, dell’aggravarsi della crisi, rinuncio a fare delle spese inutili e non necessarie e rinvio spese che sarebbero utili, un mobile per la casa, un’automobile, vestiario. In attesa di tempi migliori e di dover affrontare dei rischi minori mettendosi su un’altra rata o un mutuo si resta sospesi: «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» ‒ scriveva il poeta Ungaretti. «Ci vuole un po’ più di progetto ‒ dice Giuseppe De Rita, presidente del Censis ‒ , di speranza per il futuro, un po’ più di curiosità di andare a vedere il nuovo». Che cadano, dunque, le foglie della società dei consumi, la brama di cose che non danno gioia per scoprire del nuovo: cittadini più consapevoli, imprese con la capacità di reinventarsi e innovare, un mercato e un capitalismo più solidali.